25 gennaio 2006

Acque e santi


Domenica, Lago Atitlan. Uno dei luoghi più turistici del Guatemala, ma incantevole. Panajachel, l'approdo dei bus che arrivano da Xela, sembra un po' la riviera romagnola d'estate. Non proprio, ma quasi. Quando cammino lungo la strada principale piena di negozi e di souvenir penso a quei cartoni animati dove il gatto Silvestro guardando il canarino Titty se lo immagina arrosto. Nello stesso modo mi guardano i venditori. Per vendetta compro solo una cartolina da 2 quetzal (circa 30 centesimi).

Ieri ho reso visita a San Pascual, una delle divinità maya che hanno assunto il nome di un santo cattolico, per continuare ad essere venerate dopo la conquista spagnola.
Il sincretismo qui è molto diffuso ed è più o meno tollerato dalla chiesa cattolica. Le varie chiese evangeliche (o forse è meglio dire evangelicali, per evitare malintesi) sorte negli ultimi decenni, soprattutto grazie ai finanziamenti statunitensi. sono invece più rigorose e non tollerano la sopravvivenza di credenze precristiane.

In ogni caso San (o Don) Pascual, uno scheletro vestito da re, è venerato da molti fedeli, non solo in Guatemala. Gli ex voto appesi nella cappella a lui dedicata parlano di un culto diffuso anche nei paesi vicini. Un membro della cofradía (confraternita) che gestisce la cappella ci spiega che in origine Don Pascual era probabilmente una divinità maya della morte. Per questo viene invocato soprattutto nei momenti di agonia.

Sopra il tetto di lamiera della cappella si sentono correre e miagolare i gatti. "Qualcuno dice che abbiano un rapporto speciale con il santo", afferma Ronaldo, la nostra guida. La foto del santo costa 10 quetzales. Scatto con la Nikon, così non ho una foto digitale per il blog.

Oggi, per riprenderci dal pomeriggio mistico, siamo finiti alle Fuentes Georginas, un bagno termale a 35º C a pochi chilometri da Xela. Se non fa bene allo spirito, certo fa bene al corpo.